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Censis e Confcooperative: 25% di rischio per le PMI che non si copriranno dal punto di vista assicurativo

Nel corso dell’anno andrà in vigore l’obbligo per le aziende italiane o imprese con sede legale o stabile organizzazione sul suolo italiano, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2024 (mancano ancora i decreti attuativi), di assicurarsi contro i danni prodotti da calamità naturali. Un recente report di Censis e Confcooperative fissa anche il rischio al 25% per le PMI che non si copriranno dal punto di vista assicurativo. Insomma, è un passaggio necessario, ma arrivano segnali preoccupanti sul versante delle stesse compagnie assicurative. 

Secondo uno studio della no profit Share Action, analizzando 65 compagnie, non ci sono promesse nell’adozione di politiche sulla crisi climatica. Ci sono invece assicurazioni che consentono, aggiunge lo studio, di sottoscrivere progetti in cui è presente l’utilizzo di carbone e gas

Dunque, si andrebbe a generare un paradosso, se la fotografia scattata da Share Action fosse davvero aderente alla realtà: gli utenti, le aziende dovranno assicurarsi ma le compagnie non hanno ancora i prodotti adeguati per la copertura assicurativa dagli eventi generati dal climate change. E si fa anche peggio sul piano della tutela della biodiversità: il 43% delle aziende esaminate non ha previsto alcun tipo di politica sulla biodiversità, che è un tema abbastanza sentito in Europa e invece totalmente assente negli Stati Uniti. 

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