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Le due aziende avrebbero utilizzato cotone di un’area, il Cerrado, soggetta a intensa deforestazione

Cotone utilizzato per i capi delle linee di abbigliamento proveniente da fattorie in aree estese soggette a deforestazione, oltre che ad esproprio di terre e corruzione. La questione della deforestazione in Brasile è un tema sensibile, totalmente messo da parte dall’amministrazione Bolsonaro e poi punto cardine del ritorno di Lula, ma certe abitudini sembrano dure a perdersi anche per alcuni colossi come H&M e Zara, che secondo l’accusa di un gruppo ambientalista, Earthsight, avrebbero approfittato di questo materiale ricavato dall’area del Cerrado (a sud dell’Amazzonia) venduto da due delle più importanti aziende agroalimentari del Paese sudamericano. Quest’area è considerata il regno della biodiversità ma sta letteralmente sparendo: il cotone in questione è stato definito etico da un sistema di certificazione ma le immagini satellitari presentate dal report dell’associazione ambientalista lascerebbero pochi dubbi: sono oltre 800 mila tonnellate di materiale esaminato in quasi dieci anni di indagini e analisi. 

La deforestazione in Amazzonia

Quello dato da Lula è comunque un duro colpo al processo di deforestazione, che sotto il periodo al governo di Bolsonaro aveva raggiunto picchi record e che nei primi mesi del mandato al nuovo presidente sarebbe invece crollato del 50%, secondo il sistema Deter, che appartiene all’Istituto nazionale per la ricerca spaziale del Brasile (Inpe). Durante il 2023 il tasso di deforestazione in Amazzonia si è dunque dimezzato, ma la situazione è assai negativa nell’area incriminata per cui sono accusati Zara e H&M, ossia il Cerrado: +43% in un anno, è sparita una quantità immensa di foreste, con rischi ambientali piuttosto estesi. In quest’area si concentrano le coltivazioni intensive di soia

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