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Dal costo del climate change per l’Ue all’indagine Vodafone sugli smartphone ricondizionati

1 – Sarà introdotta nel Regno Unito una regolamentazione per i fornitori di rating ambientali, sociali e di governance (ESG) nel corso dell’anno. La notizia arriva dal Ministero delle Finanze e segue una consultazione pubblica. L’attività di compilazione dei rating ESG, infatti, non è regolamentata nel Regno Unito.

2 – L’impreparazione sui rischi climatici è costata all’Ue 650 miliardi di euro negli ultimi 40 anni. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, l’Unione europea non si è fatta trovare pronta sui rischi legati al climate change, specie in settori come sanità, agricoltura, infrastrutture. L’esortazione è ad adottare politiche sia entro il 2030 che entro il 2050.

3 – Studio Transportenvironment.org su 300 aziende leader: l’83% delle aziende non ha ancora piani credibili per ridurre le emissioni dei voli aziendali. Tra i colossi che sono segnalati in ritardo sulla tabella di marcia nella riduzione delle emissioni nel trasporto aereo ci sono anche Amazon, GSK e Google.

4 – Il monitoraggio via app dell’impronta di carbonio rilasciata quando gli utenti si servono del servizio. Questa la scelta green di Uber, che introduce una nuova funzionalità sulla sua applicazione per spingere i suoi clienti ad adottare una stile di vita meno impattante sull’ambiente.

5 – Indagine Vodafone: sempre più clienti cercano uno smartphone ricondizionato e una delle motivazioni è la questione ambientale. Oltre il 43% degli europei ha rivelato di essere stato in possesso di uno smartphone usato, con il 39% che si è detto convinto dal climate change: è il secondo più grande incentivo all’acquisto di smartphone di seconda mano.

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