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“Negli ultimi anni l’economia green ha viaggiato molto meglio di quella tradizionale”

Investire nella transizione ecologica è sostenibile da un punto di vista finanziario. Fare scelte green e consapevoli conviene. Lo evidenzia Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, intervistato da SostenibileOggi.it al Festival dell’Euromediterraneo dell’Economia a Napoli.

Come si tengono assieme sostenibilità e business?

Negli ultimi anni l’economia green ha viaggiato molto meglio di quella tradizionale, ed è la dimostrazione che investire in transizione ecologica (economia circolare) ed energetica è sostenibile dal punto di vista finanziario. Insomma conviene, abbiamo la prova provata, tante aziende che hanno puntato sulla decarbonizzazione e sull’economia circolare hanno avuto successo e la motivazione è sotto i nostri occhi: parlando delle fonti rinnovabili, il costo di produzione di energia elettrica da solare ed eolico era già più basso di quella dalla produzione del fossile prima della pandemia e ora che i prezzi sono ulteriormente scesi, è naturale investire forte sulla produzione di fonti rinnovabili. 

Certo, ci sono punti neri, tipo lo storage di energia.

C’è un problema con le batterie, che stanno sì calando di prezzo, ma sono in grado di fare storage da mattina a sera, non da estate a inverno. Quindi si deve lavorare sull’intermittenza, provandoci con i carburanti sintetici, con il metano, l’idrogeno, su ciò che può consentire di produrre e stoccare energia. Ci sono ampi margini di crescita, il settore sta dimostrando grandi performance dal punto di vista economico-finanzario.

Sempre riguardo le batterie: sulle materie prime c’è il dominio della Cina, cosa deve fare l’Ue per recuperare terreno?

Le materie prime sono in Africa e cinesi hanno le concessioni, ma questo scenario apre a diverse opportunità: il rapporto Europa-Africa è chiave e va sviluppato, le concessioni non sono state utilizzate tutte, il cobalto per esempio è in Congo, le concessione sono cinesi ma c’è margine anche per l’Europa. L’Unione europea quindi deve sviluppare un un piano serio, chiaro, come fatto dai cinesi diversi anni fa. Il ritardo è ampio, ma ci sono spazi per migliorare la situazione.

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