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Si registra disparità anche a livello pensionistico: quelle più “ricche” vanno nel 70% dei casi agli uomini

Non solo sugli stipendi, ma anche sul trattamento pensionistico. In Italia c’è una disparità riconosciuta di trattamento economico tra uomini e donne, ma questo trend così invasivo nella vita di tutti i giorni è esteso anche alle pensioni. Il fenomeno si chiama gender pension gap e lo rivela uno studio dell’Inps, da cui emerge che fino alla soglia dei 1500 euro sono presenti soprattutto le donne, mentre quando la pensione mensile è più alta, questa è corrisposta nel 70% dei casi a uomini (la soglia è quella successiva ai tremila euro mensili). La spiegazione è dovuta al fatto che il vantaggio retributivo maschile sul reddito annuale è di circa il 40%. In sostanza, le donne sono presenti in grandi quantità per i lavori a paga più bassa, oppure con contratti a tempo parziale e questo si riflette nel versamento dei contributi.

L’esempio del Regno Unito

La discrepanza a livello pensionistico tra uomini e donne non connota solo il sistema italiano. Secondo lo studio di Pensions and the Pensions Policy Institute, a proposito del Regno Unito, le donne, una volta andate in pensione, maturano un risparmio di circa 69 mila sterline (circa 70 mila euro) che è distante anni luce da quanto mette da parte l’uomo, ben oltre i 200 mila euro. Per questo motivo, il think tank International Longevity Centre ha consigliato l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne, da 67 a 71 anni.

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