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L’ex ministro della Famiglia a SostenibileOggi.it elogia l’attività del governo sulle disabilità e “bacchetta” il mondo imprenditoriale

“Una nuova legge 104”, trasversale, quindi condivisa in Parlamento da forze di maggioranza e opposizione, una valutazione positiva sull’operato del governo in carica sulla diversità e una leggera tirata d’orecchie ai colossi industriali che redigono i bilanci di sostenibilità ma che producono meno rispetto a quanto viene promesso. Antonio Guidi è responsabile del dipartimento di Disabilità ed Equità sociale di Fratelli d’Italia. Politico e neurologo, ministro per la Famiglia e la Solidarietà Sociale nel primo governo di Silvio Berlusconi, è stata la prima persona con disabilità a ricoprire un incarico governativo nella storia della repubblica italiana. Il senatore in un’intervista a SostenibileOggi.it promuove l’impegno verso la diversità e in particolar modo verso la disabilità dentro e fuori i palazzi del Parlamento.

Nel Resoconto relativo all’anno 2022, la parola disabilità appare una sola volta e riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche dell’aula della XIV commissione.

Il Senato è un grande monumento storico italiano, rappresenta uno spazio esteticamente meraviglioso ma poco accessibile, ci sono per esempio ascensori poco utilizzabili per portatori di handicap come me, costretti alla carrozzina ma devo dire che si sta facendo un bel percorso sulla tutela della diversità con la rimozione di diverse barriere architettoniche. Per esempio, in Aula ora posso votare con più facilità attraverso una strumentazione che mi consente di esprimere la preferenza attraverso un mezzo tecnologico. Insomma, non lo dico perché faccio parte della maggioranza di governo, ma si sta facendoun buon lavoro. 

Facciamo un bilancio sull’impegno del governo Meloni sulla disabilità.

Vedo una certa consapevolezza dopo una lunga fase – me lo faccia dire con schiettezza – quella successiva alla pandemia, in cui i tecnici sono diventati sempre più politici e viceversa, inoltre c’è il Senato che pare essere diventato un tribunale, ma devo dire che Giorgia Meloni ha sempre mostrato grande attenzione per le disabilità. Poi non dimentichiamo che l’attuale ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini ha parecchio insistito per riconfermare la presenza nell’esecutivo di un ministro della disabilità, che ora è Alessandra Locatelli. Poi, ci sono  provvedimenti ad hoc per i disabili, forme di riconoscimento economico, ho personalmente contribuito alla definizione delle norme sul tema nel Decreto Milleproroghe, soprattutto sulla prevenzione nel lavoro delle persone con disabilità. Nonostante le grandi difficoltà, si è fatto molto. Ma serve altro, qualcosa che cambi davvero la percezione sul tema.

A cosa pensa?

Penso all’approvazione in Parlamento di una nuova versione della legge 104/92, che tenga conto di quanto il mondo sia cambiato e con esso la condizione dei disabili. Ne ho parlato nell’Intergruppo sulla disabilità guidato da Giusy Versace, si deve puntare a una norma unitaria, oltre alla difesa dei singoli provvedimenti a sostegno dei disabili. 

Vorrei una legge, e mi impegnerò subito per questo, con il contributo delle forze di maggioranza e opposizione, con il lavoro delle associazioni. Una legge forte, agile, esigibile, non di facciata, lo scheletro per sostenere le future disposizioni legislative. E’ il momento giusto per farlo. 

Dal Parlamento alla aziende, cosa pensa dei bilanci di sostenibilità?

Rappresentano senza dubbio uno strumento importante, fissano dei paletti sulla diversità che vanno assolutamente osservati e non tutte le aziende osservano queste disposizioni. Vengo da una cultura dove la dolcezza vince sulla potenza dell’adulto nell’educazione del fanciullo, senza dolcezza non esiste educazione ma bisogna mettere dei paletti chiari allo stesso fanciullo.

La stessa cosa va fatta per le aziende, non proporre solo multe e sanzioni in caso di mancata osservanza ma anche forme di incentivi e agevolazioni. Uno step successivo è l’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla diversità legato alla presidenza del consiglio che osservi con attenzione il comportamento delle aziende, per produrre soluzioni condivise.

L’esempio però deve venire anche dai colossi industriali del nostro paese, per esempio Enel propone realtà anche apprezzabili ma qualche volta parla molto e realizza meno, una specie di montagna che partorisce un topolino e così fa Poste Italiane, che pure punta molto sulla comunicazione. La forbice sulla solidarietà si sta allargando, anziché chiudersi. Da queste aziende deve venire un esempio anche per le aziende meno potenti e strutturate.

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