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Le aziende iniziano a chiedere aiuto alle catene di approvvigionamento per ridurre le emissioni

Pratiche agricole rispettose dell’ambiente per indurre i fornitori a ridurre le emissioni Scope 3. Un report, Markets Institute del WWF, dimostra come molte aziende alimentari hanno iniziato a chiedere aiuto alle proprie catene di approvvigionamento per raggiungere i propri obiettivi di emissioni, offrendo incentivi ai propri fornitori. Si tratta principalmente di aziende agricole con cui intrattengono rapporti commerciali, un’indagine panoramica dei tipi di programmi di incentivi implementati da più di 20 aziende in tutto il settore. 

Considerato che oltre il 70% delle emissioni di gas serra legate al cibo derivano dalle pratiche agricole, le aziende che hanno fissato obiettivi climatici ambiziosi propongono sempre più programmi volti a modificarne il comportamento.

L’analisi si basa su interviste con oltre 90 esperti provenienti da imprese, associazioni di settore e gruppi della società civile e descrive la varietà di tattiche che le stesse imprese stanno percorrendo per raggiungere risultati di sostenibilità rilevanti (prezzo, finanziamenti).

Lo studio evidenzia fattori come la pressione degli azionisti e la fissazione di obiettivi climatici da parte dei governi hanno sempre più incentivato le aziende a impegnarsi in un approccio olistico sul clima. Per quelle del settore alimentare, più del 90% delle emissioni rientra nell’ambito Scope 3, il che significa che hanno origine nelle loro catene di approvvigionamento. Per le aziende con obiettivi climatici ambiziosi, tra cui la limitazione del riscaldamento a 1,5 gradi entro il 2030, la domanda è come tali obiettivi verranno raggiunti.

Tra le aziende citate dal report WWF ci sono Unilever e Tesco. Quest’ultima offre una condizione di pagamento preferenziale per i fornitori che sono disposti a divulgare i propri dati sul carbonio e a fissare obiettivi. A seconda delle prestazioni climatiche dei fornitori, questi sono distribuiti in tre livelli: bronzo, argento e oro, che è il più impegnativo sulla sostenibilità e il più attraente dal punto di vista finanziario. Il livello Gold richiede ai fornitori di presentare dati accurati sul carbonio, fissare obiettivi di riduzione per la propria attività e quindi monitorare tali riduzioni su base annuale. Alcuni dei maggiori fornitori hanno risparmiato fino a tre milioni di euro all’anno con queste tariffe.

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