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Indagine NOAA: CO2 prodotta nel 2023 in crescita di 2,8 ppm sul 2022

Il tassametro corre e non ha alcuna intenzione di fermarsi. E gli addetti ai lavori spesso non riescono a trovare le motivazioni. Per tassametro in questo caso si intende la concentrazione di gas serra nell’atmosfera che ha fatto segnare un nuovo primato nel corso dello scorso anno, in termini di presenza di anidride carbonica, metano, ossidi di azoto, che è il micidiale mix che causa l’aumento della temperatura media della Terra. Solo per citare il dato sulla CO2 prodotto dall’indagine della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense (NOAA): è arrivato a 419,3 parti per milione (ppm), in crescita di 2,8 ppm sul 2022.  Il 2023 è stato così il 12esimo anno consecutivo in cui si è verificato l’incremento medio annuale di oltre 2 ppm. Ma un filotto di questo tipo, con trend così in crescita, non si verificava da dieci anni. La conseguenza è purtroppo ovvia: il tetto dell’aumento di 1,5 gradi della Terra è ormai pura utopia. Si andrà oltre molto presto. 

Eppure, nonostante ci siano diversi elementi che formano una prova scientifica sull’aumento del calore della Terra, ci sono scienziati che stentano a trovare una motivazione. Nei giorni scorsi Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, ha informato che marzo 2024 è stato il più caldo di sempre: la temperatura media dell’aria superiore è salita di di 0,7 gradi rispetto al periodo 1991-2020, e addirittura di quasi 1,7 gradi rispetto al 1850-1900. L’aumento è stato superiore alla previsione degli studiosi, che si interrogano su cosa sia avvenuto. 

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