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Gli ultimi dati dell’Autorità di Bacino dell’Italia Centrale fanno assai discutere, Grottaferrata Sostenibile lancia l’allarme su FB

Sono andati persi altri 15 centimetri in pochi mesi, durante l’autunno-inverno. La questione relativa al lago Albano, specchio d’acqua che è riferimento per diverse cittadine ai Castelli Romani, si complica ulteriormente, secondo quanto emerge dalle misurazioni dell’altezza del livello delle acque del bacino dall’Autorità di Bacino dell’Italia Centrale effettuate con un teleidrometro. E ancora una volta è Grottaferrata Sostenibile, l’unica associazione che continua a monitorare il livello di prelievi diretti sulla falda del lago nell’area dei Castelli Romani, da cui attingono acqua Acea, il Vaticano (per le Ville Pontificie) ed Eni, a evidenziare lo stato di salute del lago, alla luce dei nuovi dati a disposizione. Che parlano da soli: da 2,66 metri a settembre 2023 a 2,51 metri il 14 aprile 2024. Addirittura 11 cm persi nella settimana che va dal 7 al 14 aprile.  Una discesa senza sosta.

La storia

Eppure a marzo, in uno degli ultimi approfondimenti sul tema di Sostenibileoggi.it, i prelievi diretti, che rappresentano il problema principale dell’inesorabile perdita d’acqua del lago Albano, sembravano essersi ridotti, mentre in precedenza era stato segnalato un prelievo da 300 litri al secondo per alimentare i Comuni di Albano, Ariccia e Castel Gandolfo – quasi 26 mila metri cubi al giorno, come emerso dalle prime denunce sulla questione. 

Sempre a inizio marzo c’è stata un’attesa riunione tra i sindaci dell’area dei Castelli, a cui ha partecipato anche il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, in cui si è registrata una certa compattezza tra i Comuni, opposti alla realizzazione dell’inceneritore di Santa Palomba, mentre sulla questione del lago Albano si era parlato di una riunione interistituzionale indetta dall’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Centrale e dagli enti che hanno diritto di emungimento dalla falda acquifera. Riunione che poi c’è effettivamente stata il 13 marzo, alla presenza della Regione Lazio, di dirigenti della Città Metropolitana e di Acea Ato 2, dei sindaci di Albano e Castelgandolfo e del Commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani, Ivan Boccali. Da quell’incontro nulla è ancora emerso pubblicamente sugli ipotetici piani per salvare il lago Albano. Ma qualcosa certamente si muove.

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