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La denuncia dell’associazione Grottaferrata Sostenibile a Sostenibileoggi.it: “Il lago ha perso sei metri in 39 anni, 15 centimetri ogni 12 mesi”

Prelievi diretti, consumo intensivo del suolo, un processo decennale di cementificazione, la mancanza di invasi e in generale di opere di ingegneria naturalistica per favorire la corrivazione. È in corso il dissanguamento d’acqua del Lago Albano, lago vulcanico nell’area dei Castelli Romani, vicino Roma. Come si legge sul post su Facebook dell’organizzazione di tutela ambientale ‘Grottaferrata Sostenibile’, il Lago Albano ha perso sei metri in 39 anni: una media di circa 15 centimetri ogni 12 mesi. “Mi sono occupato della situazione delle falde acquifere dell’area ed è emersa la questione del Lago Albano, a ottobre 2022 ho fatto misurazioni con un idrometro artigianale per valutare le oscillazioni, in un anno solare sono stati persi 28 centimetri”, racconta Giancarlo Della Monica, il fondatore di Grottaferrata Sostenibile e delegato allo Sviluppo Sostenibile dell’amministrazione comunale, incarico arrivato dal sindaco Mirko Di Bernardo, eletto due anni fa.  

Neppure la prima parte particolarmente piovosa dell’ultimo autunno ha fatto segnare la risalita della falda acquifera del Lago Albano. “Ho notato che il livello era sceso ulteriormente, mi sono informato e ho scoperto, come riportato poi da alcuni articoli di giornale, che vengono effettuati diversi prelievi diretti da parte di società come Acea, Eni (per una struttura della zona), anche dal Vaticano (per le Ville Pontificie): si tratta di 300 litri al secondo di prelievo per alimentare i Comuni di Albano, Ariccia e Castel Gandolfo. Quasi 26 mila metri cubi al giorno.

Secondo Della Monica, sono andati persi 52 centimetri da gennaio 2023 a gennaio 2024. Si è addirittura triplicato il valore medio di acqua andata perduta in quasi 40 anni. Il dato emerge dalle misurazioni di ‘Grottaferrata Sostenibile’, a sua volta confermate dal Teleidrometro dell’Autorità di Bacino. Una situazione decisamente oltre il livello di guardia. 

Il dissanguamento dei laghi

Uno studio pubblicato qualche tempo fa sulla rivista Science dà il quadro della situazione: il 53% dei circa duemila grandi laghi su scala globale si sta prosciugando. Un processo lento, analizzato in tre decenni, ma inesorabile. E se il climate change incide sul dato, fa altrettanto il consumo umano.

Sarebbe importante trovare una soluzione, anche si cominciasse subito e tutti a perseguire i principi del consumo zero di suolo, rendendo disponibili aree asfaltate, realizzando nuovi invasi, servirebbero comunque anni e anni prima di sentire gli effetti sulla falda del Lago Albano – aggiunge Della Monica – quindi chiediamo che ci siano un uso consapevole dell’acqua per consentire il recupero della falda e parallelamente che siano ridotti i prelievi di Acea, Eni, Vaticano e che nel frattempo si facciano i lavori di ingegneria naturalistica.”

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